Margarita Manso
Margarita Manso Robledo (Valladolid, 24 novembre 1908 – Madrid, 28 marzo 1960) è stata una pittrice spagnola appartenente al gruppo di scrittrici e artiste della Generazione del '27 noto come Las Sinsombrero.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Margarita Manso nasce a Valladolid il 24 novembre 1908. È la seconda figlia della sarta Carmen Robledo Daguerre e del capo di fonderia Luis Manso López, che morirà improvvisamente nel 1912 a soli trentun'anni.[1]
Tra il 1910 e il 1917 Margarita si trasferisce a Madrid con la famiglia. All'età di quindici anni inizia a studiare presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, dove conosce Ana María Gómez Mallo e Salvador Dalí, con i quali stringe una profonda amicizia nonostante essi siano iscritti a una classe superiore, e Alfonso Ponce de León, che diventerà il suo primo marito.[2] Grazie a Dalì, conosce Federico García Lorca, del quale diventa amica intima.
Durante i suoi anni da studentessa si diverte a provare dei travestimenti assieme ai suoi amici. Per esempio, insieme a Maruja Mallo si veste da uomo per entrare nel Monastero di Santo Somingo de Silos, il cui accesso era vietato alle donne.[2][3] Il più famoso aneddoto è quello però che spiega la nascita del termine "Sinsombrero", che divenne poi l'appellativo con cui vennero chiamate le artiste spagnole della Generazione del '27: passeggiando nei pressi della Puerta del Sol, Margarita Manso, Maruja Mallo, Salvador Dalì e Federico García Lorca decidono di togliersi il cappello,[4] un gesto all'epoca considerato maleducato e immorale, e che provocò l'indignazione e la riprovazione dei passanti.
Degli anni universitari è la relazione amorosa con Lorca, per il quale costituirà la prima e unica esperienza sessuale femminile. Prenderà parte a questo rapporto anche Salvator Dali[5], di cui Lorca scoprirà di essere innamorato.[6][7] In ricordo delle notti passate insieme, Lorca compone la poesia Remansos, pubblicata nel 1927 nella rivista Verso y Prosa,[8] a cui seguirà un anno dopo la più nota Muerto de amor, inclusa nel suo Romancero Gitano.[6][9]
Margarita Manso termina gli studi nel 1927 e si dedica completamente alla relazione con Alfonso Ponce de León, pittore con il quale partecipa attivamente alla vita artistica e intellettuale di Madrid, apparendo al suo fianco agli eventi di alta società e nelle foto nonostante non siano ancora sposati.[10] Nel 1930 i due viaggiano a Parigi, dove conoscono Pablo Picasso e dove Alfonso inizia a godere di una certa fama a livello internazionale.
Il matrimonio della coppia si tiene nel dicembre del 1933, e da allora Margarita inizia a essere sempre meno presente sulla scena sociale. Il marito aderisce agli ideali fascisti e si affilia alla Falange Spagnola; la pittrice si allontana sempre di più dagli ambienti di sinistra che prima era solita frequentare.[11]
Nel luglio del 1936 scoppia la Guerra Civile e in agosto Federico García Lorca viene assassinato da un gruppo di falangisti.[12] L'omicidio dell'amico ha un forte impatto su Margarita, provocandole un profondo senso d'inquietudine. Nonostante Madrid sia diventata un luogo pericoloso, la pittrice e il marito restano nella capitale spagnola; il 20 settembre, Alfonso Ponce de León viene sequestrato, sommariamente processato e giustiziato nel giro di pochi giorni.[12] Margarita allora ha ventotto anni e, distrutta, si trasferisce a Barcellona con la madre e la sorella Carmen.[13]
Degli anni successivi non si sa molto di lei, se non che continua a viaggiare. Dopo essere stata a Valencia e Marsiglia, nell'aprile del 1937 si reca dalla sorella minore María Luisa a Salsomaggiore Terme, comune nel quale Mussolini garantì il rifugio ai falangisti spagnoli durante la Guerra Civile.[14]
La pittrice torna in Spagna a fine anno, e nei primi mesi del 1938 si rifugia a Burgos, dove entra nel Grupo de Burgos, il circolo del poeta Dionisio Ridruejo, con il quale collabora disegnando poster e decorazioni per il gruppo teatrale Compañía Nacional. A Burgos conosce l'uomo che diventerà il suo secondo marito, il medico endocrinologo e nutrizionista Enrique Conde Gargollo, falangista, che collaborava nella stampa di propaganda.[15]
A fine anno Margarita fa ritorno a Madrid, dove testimonia nel processo per la detenzione e morte del primo marito.[16]
Rimasta sola dopo la morte della sorella minore e il trasferimento della maggiore e della madre in Messico, Margarita si sposa nel 1940 e viene coinvolta nell'attivismo franchista. Non avendo ancora avuto figli, viene convinta dal marito a sottoporsi a un trattamento ormonale per rimanere incinta.[17]
I tre figli, Enrique José, Luis Alfonso e Margarita Rosa, ricordano la madre come una donna triste e malata che, la notte, leggeva loro le poesie di un certo Federico.[17]
Margarita Manso muore il 28 marzo del 1960 all'età di cinquantun anni.[17]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Balló, pp. 40-41.
- ^ a b Balló, pp. 42-44.
- ^ Gibson, pp. 148-149.
- ^ (ES) Sofía Pérez Mendoza, Sin nombre y sin sombrero: las artistas borradas de la Generación del 27, su eldiario.es, 28 febbraio 2016.
- ^ Un riferimento a questa relazione, e a Margarita Manso che compare con il nome di Magdalena, è contenuto nel film Little Ashes (2008), dedicato agli anni giovanili di Luis Buñuel, Salvador Dalí e Federico García Lorca. Cfr. Ernesto Escapa, La mujer de tigre y llama, su diariodeleon.es, 08 settembre 2013.
- ^ a b Balló, pp. 39-40.
- ^ Gibson, pp. 146-147.
- ^ Balló, pp. 45-46.
- ^ Gibson, p. 243.
- ^ Balló, p. 47.
- ^ Balló, p. 48.
- ^ a b Balló, pp. 50-52.
- ^ Balló, p. 52.
- ^ Balló, pp. 53-54.
- ^ Balló, pp. 54-55.
- ^ Balló, p. 55.
- ^ a b c Balló, pp. 56-57.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) Tània Balló, Las sinsombrero: sin ellas, la historia no está completa, Barcellona, Espasa, 2016, OCLC 948443068.
- (ES) Ernesto Escapa, La mujer de tigre y llama, su diariodeleon.es, 8 settembre 2013. URL consultato il 13 marzo 2018.
- (ES) Ian Gibson, Lorca-Dalí: el amor que no pudo ser, Barcellona, Debolsillo, 2016, OCLC 967646032.
- (EN) Shirley Mangini, Maruja Mallo and the Spanish Avant-Garde, Taylor&Francis (CAM), Routledge, 2017, OCLC 994220986.
- (ES) Sofía Pérez Mendoza, Sin nombre y sin sombrero: las artistas borradas de la Generación del 27, su eldiario.es, 28 febbraio 2016. URL consultato il 27 marzo 2018.
Altri progetti
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